Nordio vuole riformare le intercettazioni
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Nordio vuole riformare le intercettazioni

Carlo Nordio

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha intenzione di fare una riforma sulle intercettazioni considerate care e inutili.

Ieri Nordio ha comunicato al Senato le linee programmatiche del ministero della Giustizia. Tra queste ha manifestato l’intenzione di riformare le norme sulle intercettazioni. Secondo il ministro, in Italia il numero di intercettazioni è troppo elevato e di “gran lunga superiore alla media europea” gravando con un costo eccessivamente elevato. Inoltre, spesso vengono utilizzate “sulla base di semplici sospetti e non concludono nulla” ha detto l’ex magistrato.

“Sono diventate uno strumento di prova, ma è assai fragile e si dissolve dinanzi al contraddittorio dibattimentale” ha spiegato il ministro Nordio. Più importante è che le intercettazioni “sono un pericolo per la riservatezza e onore delle persone coinvolte, spesso neanche indagate, e la loro diffusione a volte anche pilotata rappresentano una delegittimazione personale a volte politica” continua annunciando che il suo dicastero proporrà una “profonda revisione” delle norme relative alle intercettazioni e “vigileremo in maniera rigorosa sulle diffusioni arbitrarie e improprie”.

Carlo Nordio
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Il Codice Rocco è fascista, va cambiato

Nelle sue linee programmatiche esposte al Senato Nordio ha delineato il suo approccio garantista parlando anche della separazione delle carriere (giudice e magistrato) dicendo che le due figure non devono appartenere allo stesso ordine. Inoltre, Nordio vuole mettere mano anche al Codice penale, come aveva dichiarato sin dal suo insediamento.

«È necessaria una riforma del codice penale adeguandolo nei suoi principi al dettato costituzionale», anche con una «modifica costituzionale» perché risale al 1930 il Codice Rocco ed “è la più significativa espressione dell’ideologia fascista”, per questo va cambiato. Mentre “il Codice di procedura penale è relativamente recente ed è stato elaborato da un pluridecorato della Resistenza, il professor Vassalli».

“Io penso che la riforma della giustizia sia in Italia una riforma prioritaria e mi pare che su questo in molti siano d’accordo. L’approccio disegnato da Nordio è ovviamente un approccio che il governo condivide” ha commentato la proposta del ministro la premier Meloni. “Rimango convinta del fatto che una riforma della giustizia debba avere due grandi obiettivi: garantire il massimo delle garanzie agli indagati e imputati e poi garantire certezza della pena una volta che la sentenza di condanna passa in giudicato. Mi definisco una garantista nella fase di celebrazione del processo e una giustizialista nella fase di esecuzione della pena” ha spiegato Giorgia Meloni.

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ultimo aggiornamento: 7 Dicembre 2022 10:19

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